domenica 11 dicembre 2011

Aria di Natale: a tutto pan pepato!

Con questo freddo che c'è di meglio del forno acceso, il profumo dei biscotti che cuociono e un'antica storia da leggere ai bimbi: la storia del Gingerbread man è una storia di origine anglosassone che risale addirittura al 16^ secolo.

C'era una volta una vecchina che un bel giorno decise di cucinare un biscotto di pan di zenzero a forma di omino. Quando la cottura era quasi terminata la vecchina sentì una vocetta arrivare dalle profondità del forno: 'Mamma mia, che caldo che fa qui... fammi uscire!' La vecchina incuriosita aprì il forno e vide un biscotto a forma di omino scappare via gridando 'Corri pure, tanto non mi prendi, sono l'omino di pan di zenzero.
Tutte le urla della vecchina furono inutili.
Nella sua fuga l’omino di pan di zenzero incontrò una mucca che, non appena lo vide, cercò di mangiarlo, ma lui continuò a fuggire, dicendo con un tono quasi cantilenante “Corri pure tanto non mi prendi, sono l’omino di pan di zenzero” Ben presto alla rincorsa dell’omino di pan di zenzero c’erano non solo la vecchina e la mucca, ma anche un cavallo ed un maiale, tutti con l’acquolina alla bocca. E l’omino canticchiava correndo “correte più che potete, tanto non mi prendete, sono l’omino di pan di zenzero!
Ad un certo punto, si trovò davanti ad un fiume ed una volpe si avvicinò e si offrì di aiutarlo a fuggire, trasportandolo sul suo dorso fin sull’altra sponda. L’omino di pan di zenzero tutto felice saltellando e ringraziando la volpe le montò sul dorso. Arrivati a metà del fiume la volpe disse al biscotto: “l’acqua sta diventando un po’ profonda e tu ti scioglierai se ti bagni, arrampicati sul mio naso così sarai al sicuro.” L’omino di pan di zenzero fece come gli aveva detto la volpe e quest’ultima, con un veloce movimento, se lo pappò in un sol boccone.
Il pan pepato o pan zenzero è un impasto per biscotti a base di spezie, che dopo essere cotto può essere decorato con glassa di zucchero.


Ed ecco la ricetta testata :-):


  • 400 gr di farina 00;

  • 100 gr di farina integrale;

  • 1 pizzico di sale;

  • 1 cucchiaino di bicarbonato;

  • 1 cucchiaino di zenzero;

  • 1 cucchiaino di cannella;

  • 1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere;

  • 1/2 cucchiaino di cardamomo;

  • 60 gr di zucchero bianco;

  • 60 gr di zucchero di canna;

  • 120 gr di burro;

  • 1 uovo;

  • 100 gr di miele scuro.

Mescolare ben bene gli ingredienti secchi (farine e spezie), in un pentolino far sciogliere il burro, lo zucchero (bianco e di canna) e il miele, versare il composto liquido sulla farina e mescolare, solo alla fine aggiungere l'uovo, impastare bene e far riposare l'impasto avvolto in una pellicola per un'ora. Stendere l'impasto non troppo sottile, fare l'omino o altre formine di Natale per fare deleziosi biscotti a tema da appendere all'albero, e da gustare un po' alla volta di nascosto, o da regalare ad amici e parenti in scatola o in sacchetti con un bel fiocco...
Ovviamente le formine si possono decorare con una glassa composta da zucchero a velo e un po' d'acqua calda, poca poca, tanto da fare un liquido denso, che si può anche colorare con i coloranti alimentari. E' un lavoro molto divertente da fare insieme nelle feste :-)


Buon Natale a tutti!


Ele


domenica 30 ottobre 2011

Halloween, si crea tutti insieme!

Una festa con una storia curiosa...
Halloween, parola di origini cattoliche,
deriva quasi sicuramente da una contrazione della frase in inglese antico "All Hallows' Eve", poi divenuta Hallow-e'en ed infine Halloween, ovvero la notte di Ognissanti. Questa notte coincideva con la fine dell'estate e i colori tipici erano l'arancio, per ricordare la mietitura e quindi la fine dell'estate ed il nero per simboleggiare l'imminente buio dell'inverno. La leggenda di Jack-o-lantern racconta che un uomo di nome Jack, noto baro e malfattore, ingannò più volte Satana sfidandolo nella notte di Ognissanti. Alla morte di Jack gli venne impedito di entrare in paradiso a causa della cattiva condotta avuta in vita, ma gli venne negato anche l'ingresso all'inferno perché aveva ingannato il diavolo. Il diavolo gli disse di tornare da dove era venuto e per illuminare la sua strada gli lanciò un tizzone ardente che Jack per non farlo spegnere lo mise dentro una rapa (...) che stava mangiando. Da allora Jack fu condannato a vagare nell'oscurità con la sua lanterna, divenuta poi una zucca, fino al giorno del Giudizio Universale. Jack da allora simboleggia le anime dannate...
Che storia!!!

Ebbene sì, è la prima volta che festeggio Halloween... anch'io, alla fine, non ho saputo resistere...
Con i bambini abbiamo creato dei simpatici mostri dolci e salati, tutti da mangiare, poi siamo andati a Triora il paese delle streghe... che brividi!
Con l'arte della nostra amica Marzia abbiamo decorato con ragnatele, ragni di ogni tipo, anche porta bicchieri, gatti neri, e qua e là teschi penzolanti... Non ultime delle bellissime zucche di cui una capolavoro della nostra amica Elena, con occhi, bocca, e persino il naso; una luce soffusa di candela al suo interno... che atmosfera! Foto a testimonianza.
I dolci che abbiamo fatto sono le ormai classiche terrificanti dita della strega, i biscotti di pasta frolla con le forme più spettrali e infine un ragno nero peloso... Grande successo di audience!
Vi racconto come abbiamo fatto:

Witch finger cookies
  • 650 gr farina
  • 230 gr zucchero
  • 230 gr burro ammorbidito
  • 1 uovo
  • 5 ml estratto vaniglia
  • 5 ml estratto mandorla
  • 1 cucchiaino di lievito in polvere
  • 1 cucchiaino di sale
  • 180 gr di mandorle intere sgusciate, volendo colorante rosso per alimenti.
Mescolate gli ingredienti secchi: lievito, farina, sale. In una ciotola sbattete il burro, lo zucchero, l'uovo, gli estratti, infine unite gli ingredienti secchi e sbattete sino ad ottenere un composto omogeneo, coprire l'impasto e lasciarlo in frigo per mezz'ora. Lavorare l'impasto un quarto alla volta e lasciate il resto in frigo, ricavare 15 dita da ogni quarto, allungare e ricavare le nocche facendo dei segni con la punta del coltello. All'estremità fissate una mandorla per fare l'unghia... brr spaventose!

Il ragno

Il corpo del ragno è costruito con un muffin al cioccolato, ingredienti:
  • 150 gr farina
  • 120 gr zucchero
  • 120 gr burro
  • 2 uova
  • 4 o 5 cucchiai di latte tiepido
  • 1 cucchiaino di lievito
  • 1 cucchiaio di cacao
  • 100 di cioccolato fondente
Zampette del ragno: rondelle di liquirizia
Decorazione corpo del ragno: glassa di cacao (150 gr zucchero con 1 o 2 cucchiai di cacao e poca acqua bollente) e codette di cioccolato per i peli...

Gli occhi: liquirizia con l'interno colorato tagliata a tocchetti et voilà il terrificante ragno.

Unire al burro morbido lo zucchero, le uova sbattere per circa 5mn, aggiungere il cioccolato fuso, in seguito la farina setacciata e mescolata con il cacao, il lievito ed infine il latte a temperatura ambiente qb (quanto basta...) fino ad avere un composto cremoso ma non liquido.
Riempire i pirottini di carta sino a metà, cuocere circa 15 minuti a 180°, lasciare raffreddare, fare 4 fori per lato con uno stuzzicadenti (non usato :-)) e inserire le zampe di liquirizia, decorare con la glassa di cacao fredda, dare una spolverata di codette per i peli... tocco finale, mettere gli occhi.

Buon Halloween anche a voi da una Ele impaurita!
brrrrrr che brividiiiiii

martedì 30 agosto 2011

La magnifica Pavlova...

Affascinante dolce australiano, non si sa con certezza chi l'abbia creato poichè l'invenzione è contesa tra la Nuova Zelanda e l'Australia. La versione più conosciuta narra che questa creazione sia stata dedicata da un pasticcere australiano, Bert Sachse dell'hotel Esplanade di Pert nel 1931, alla famosa ballerina russa di quell'epoca: Anna Pavlova, un dolce nato addirittura come dolce da té. Presentando la 'novità' alla famiglia proprietaria dell'hotel disse: It is as light as Pavlova. Ma nel 1982 la biografa di Anna Pavlova scrisse invece che fu uno chef di Wellington, in Nuova Zelanda, a dedicare, nel 1926 durante una tournée mondiale, il conteso dolce alla famosa ballerina... lo chef si ispirò al suo tutù, con la meringa e la panna, e le antiche rose centifolie, 'cabbage roses', di seta verde, con i kiwi, allora conosciuti come Chinese Gooseberries!!! In effetti guardando i vecchi video dei suoi balletti e le foto, il suo tutù ricorda il famoso dolce.

Ci sono diverse versioni di questo dolce, in particolare con crema o senza crema, con frutta diversa, io personalmente preferisco meringa, panna montata, e frutti di bosco a volontà... contrastano a meraviglia con la panna e la meringa :-P
Ricetta presa da Csaba dalla Zorza, sia dal libro Summer Holidays che Fashion Food Milano, penso che sia perfetta!
Per la meringa: 150 g. di albumi (circa 5 uova) 150 g. di zucchero semolato 150 g. di zucchero a velo
Mescolare lo zucchero semolato allo zucchero a velo, montare gli albumi con 3/4 dello zucchero, quando è il bianco montato a neve è ben fermo, circa 7 minuti, aggiungere l'ultimo quarto di zucchero con uno spargi zucchero, mescolare dolcemente con una spatola. In questo modo la meringa sarà ancora più lucida e compatta. Mettere il composto in una sac à poche con un'apertura di circa 2 cm e creare, su una teglia ricoperta da carta forno, 7/8 piccole meringhe a forma di nido con un buco al centro, oppure fare un'unica forma, anche se è meno pratica da servire... provate...
Infornare per 75 minuti a 100°.
Togliere dal forno e conservare in una scatola di latta se non si dovesse utilizzare subito.
Per la panna: 150 ml di panna liquida fresca q.b. zucchero a velo
Poco zucchero altrimenti diventa stucchevole :-P, va bene dolce ma non troppo! Mettere in un contenitore di metallo la panna, riporla in freezer per 10 minuti, montare a neve.
Mettere nella meringa fredda, un piccolo strato di crema al suo interno, la panna e frutti di bosco a piacere, oppure come ho fatto io solo panna e frutti di bosco, è eccezionale! Delicata...

Voglio dedicare questo post ad una persona speciale che, in questi ultimi anni, mi ha stimolata molto, forse anche a sua insaputa, mi ha fatto venire la voglia di approfondire le mie passioni, quasi ogni giorno mi ha incuriosita con qualcosa d'interessante. Non voglio dire il nome... magari si sentirebbe in imbarazzo. Ritengo che questa persona sia un quadrifoglio... chissà se ti riconoscerai un pochino in questa descrizione? :-)
Grazie
Ele riconoscente

mercoledì 6 luglio 2011

E finalmente i cupcakes...

Dolcetti peccaminosi, burrosissimi che ogni tanto ci si può concedere... in realtà pur essendo un amante dei dolci mai avrei pensato di volerli mangiare, ma soprattutto fare... invece eccomi qua pronta a misurarmi in questa prova di destrezza con golosità trepidante.
Una data importante... un dolcetto all'altezza del festeggiamento ;-)
Un piccolo check alla dispensa e al frigorifero, ok tutti gli ingredienti presenti, via libera alla creazione dei laboriosi dolcetti!
I pirottini li avevo già studiati e comprati al Cake Design Italian festival.
Alla fine ci si concentra sempre sulla glassa 'on top', ma mi sono chiesta come dovesse essere la pasta, perchè deve essere all'altezza del magnifico top... quindi un'impresa non facile.

Ho sfogliato metà della mia biblioteca e alla fine ho scelto! I cupcakes alla vaniglia di Laurel Evans dal libro Buon appetito America, un libro fantastico per chi vuole approfondire la conoscenza sulla cucina d'oltreoceano, vi stupirete come me sulla quantità di ricette interessanti, che vorrete assaggiare e provare al più presto.

Impasto per 24 cupcakes:
320 gr farina
2 cucchiaini di lievito per dolci
mezzo cucchiaino di sale
120 ml di latte
2 cucchiaini di estratto di vaniglia
170 gr di burro ammorbidito
300 gr di zucchero
2 uova grandi a temperatura ambiente

Mescolate la farina, il lievito e il sale. Da parte mescolare il latte con la vaniglia.
Sbattere il burro con lo zucchero con un robot da cucina per circa 3 minuti. Unite le uova, una alla volta, sbattendo bene. Aggiungere il composto con la farina, alternandolo a quello con il latte. Lavorare sino a quando il composto è ben amalgamato. Riempite i pirottini di carta inseriti negli stampini da muffin per due terzi, infornate e cuocete in forno caldo a 180° per 15/20 minuti. Lasciar raffreddare e decorare.

Glassa
tenetevi forte, 170 gr burro... ammorbidito a temperatura ambiente
tenetevi ancor più forte, 450 gr di zucchero a velo
uno due cucchiai di latte

Sbattete in una ciotola capiente il burro fino a ottenere una crema, unite gradualmente lo zucchero a velo, finchè il composto diventi liscio, se risultasse troppo denso aggiungere 1 o 2 cucchiai di latte. A questo punto aggiungere gli aromi o il colorante alimentare a piacere.
Decorare i cupcakes con la famosa sac à poche (la preziosissima sacca del pasticcere) o con una spatola, aggiungendo qualsiasi cosa si desideri sopra.

Io ho scelto di decorarli con una glassa bianca, e con le ultime bellissime ciliegie che avevo in perfetta nuance con il pirottino di carta che avevo scelto.


Questo dolce lo dedico al mio amore musicista :-)

Tanti auguri di buon compleanno!
E' proprio bella la tua musica, un bacio da ele incantata ;-)

domenica 12 giugno 2011

Un uomo nella mia cucina...

Metti un uomo, un incontro con un maestro di cucina e un assaggio goloso inaspettato, oserei dire fatale, ne nasce sicuramente qualcosa di speciale...
E' così che mi sono ritrovata un uomo nella mia cucina, che si muoveva con destrezza, che cucinava beatamente niente meno che un'anatra all'arancia!E come si conviene ai giorni nostri: PC alla mano, ingredienti predisposti sul tavolo e con dimistichezza ha iniziato i preparativi, dando sfogo ad un'irresistibile creatività.
L'ho spiato, e gli ho rubato la ricetta così da potervela raccontare...
  • Petto d'anatra circa mezzo chilo
  • Succo di due arance preferibilmente BIO
  • Buccia e polpa di due arancie BIO
  • un bicchierino di rhum
  • olio extra-vergine
  • sale
Ha tagliato le bucce delle arance che avevo in frizer a julienne, listarelle sottili, e le ha fatte bollire in acqua, ha spremuto le altre due arance, le ultime due le ha pelate al vivo.
Ha preso una padella, ci ha messo un po' d'olio, ha rosolato il petto partendo dalla parte con la pelle, meno di cinque minuti, poi l'ha girato e l'ha fatto rosolare dall'altra parte un po' più velocemente.
Ha preso una teglia con un po' d'olio e il petto d'anatra e l'ha messo in forno caldo a 100° C per mezz'ora scarsa, subito dopo l'ha avvolto nella stagnola e l'ha lasciato riposare nel forno semiaperto, nel frattempo ha preparato la salsa o il fondo, prendendo il succo della rosolatura, ha aggiunto del rhum... il succo delle arance e ha fatto sfumare il tutto, ha aggiunto il succo di cottura al forno, le arance pelate al vivo tagliate a spicchi e ha aggiunto le bucce delle arance tagliate a julienne.
Cuoceva e annusava, annuendo e dicendo: "sì, questo è il profumo giusto, mmm forse ci vuole ancora un po' di arancia, mmm l'arancia è ormai troppo dolce la correggerei con un po' di succo di limone". Insomma in men che non si dica ho realizzato che uno Chef si aggirava per casa e che ci stava preparando un piattino delizioso.

Ha tagliato a fette il petto, che era di un delicato color rosa, e decorato ciascun piatto con i fondi all'arancia, slurp!
Risultato eccellente! Da ripetere, penso proprio che a quest'uomo speciale d'ora in poi gli lascerò ancora più spazio nella mia cucina... chissà cos'altro potrà accadere.

Bon appetit da ele 'dolce metà' incantata!

sabato 11 giugno 2011

Un mondo di zucchero da scoprire: il cake design

Un giorno ho ricevuto nella mia mail, da un mittente insospettato, una news relativa ad un evento che si sarebbe svolto in maggio a Milano: il Cake Design Italian Festival... con un logo irresistibile tutto rosa e bianco, mi ha incuriosita subito e dopo qualche giorno ho deciso di chiedere un accredito... ho pensato: perchè no? tentare non nuoce... Non ci pensavo più quando, il giorno prima dell'evento ho ricevuto la mail di accredito ed essendo proprio vicino a casa mia mi son detta che sarebbe stato proprio un peccato non andare a curiosare un po'. Così inforco la bici e vado.
Entro in un mondo di zucchero: decorazioni per torte, pirottini di tutti i colori dall'Inghilterra, autentiche English Ladies che presentano i loro prodotti, decorazioni per cup cakes, farine speciali, attrezzi mai visti, piccole dimostrazioni di lavorazione della pasta di zucchero agli stand e specifici corsi di decorazione per torte in varie sale. Se volete vi posso anche dare i siti web di alcuni produttori che esponevano :-)
Torte magnifiche in esposizione con i nomi degli autori, chissà forse era una gara...
Ho sbirciato ovunque, e da una porta, ho visto tante persone che spalettavano la panna su delle torte, grossi cilindri bianchi, altre persone vestite di bianco con cappelli bianchi alti alti che coordinavano i lavori. Avrei voluto tanto farmi piccola piccola per poter entrare e partecipare, la prossima volta mi iscriverò assolutamente ad un loro corso, magari potrei cominciare dai cupcakes...

Curiosando qua e là ho notato che ci sarebbe stata la presentazione di un libro: La torta che vorrei di Letizia Grella una cake designer incredibile, con un grande seguito, che ha spiegato in modo molto semplice come ha realizzato il suo sogno di creare un laboratorio, come è nato il suo libro, e ha concluso, a richiesta con una piccola dimostrazione di creazione di un fiocco rosa, lineare, tenue da mettere sulla torta. Semplicemente bellissimo!!!
Ha spiegato come il cake design, da poco tempo importato in Italia, sia diventato con il nostro gusto più elegante, più lineare rispetto all'estero.

Non ho saputo resistere e ho comprato il libro! Bello, semplice e completo, spiega l'ABC per entrare nel mondo del cake design.

Ho scoperto anche che la guru inglese della decorazione delle torte è Peggy Porshen... una fuori classe, tra le tante cose, delle decorazioni di fiori di zucchero. Non ho sentito parlare del Boss delle torte...

E dire che non conoscevo niente di tutto questo! Mi ha stupito che ci fosse gente di quasi ogni parte d'Italia, e molti professionisti della pasticceria.
Insomma è stata proprio una bella sorpresa e la mia prossima avventura saranno sicuramente i cup cakes, ci proverò anche in attesa di un corso.
Mi sta proprio venendo il dubbio che non riesca a fare a meno dei dolci ;-)

A presto da Ele la golosona!

venerdì 6 maggio 2011

Ispirandosi a Nonna Papera: les petits choux!

Oggi mi ispiro ad un personaggio che ha segnato la mia infanzia con i fumetti, con le sue torte sul davanzale, così tanto che potevo sentirne anch'io il profumo...
Mi sono sempre detta che la pasta per i bignè, o pâte à choux, è una mission impossible, ed invece ho dovuto ricredermi e questo proprio grazie a Sabrine del blog Fragole a Merenda e a Nonna Papera.
Il tutto è iniziato quando con una cara amica abbiamo cominciato a progettare un'idea, che prima o poi spero di raccontarvi perchè l'abbiamo realizzata; abbiamo riscoperto Nonna Papera e le sue ricette. Una fonte incredibile di idee ed entusiamo, così ho trovato sulla rete un blog che raccoglie l'experience delle ricette di Nonna Papera, idea formidabile, non ci avrei mai pensato!

Così, un po' titubante mi sono avventurata nella preparazione dei 'gonfietti di Ezechiele', e mi sono venuti!!! Eccoli qua, ve li presento.Li ho osservati in forno minuto per minuto.
Da il manuale di Nonna Papera pag. 131...

Impasto:
Burro 50 gr
Acqua 75 gr
sale un pizzico
farina 50 gr
Uova 2
ho aggiunto mezzo cucchiaio di zucchero a velo per la versione dolce...
Ottima la versione di Csaba Dalla Zorza tratta dal suo libro Fashion Food dell'éclairs.

Mescolare in un tegame l'acqua, il burro e il sale e mettere sul fuoco sino a ebollizione, poi aggiungete la farina facendo andare a fuoco medio sino a quando l'impasto si stacca dalle pareti. Togliete dal fuoco e aggiungete le uova, una alla volta sino a completo assorbimento, girare e lasciar riposare.

Dopo circa 10 minuti mettere delle cucchiaiate su carta forno, oppure usare la famosa sac à poche ;-) e infornare per circa 15/20 minuti a 180°, sino a doratura, et voilà che "dovrebbero" gonfiarsi..., non mi sembra ancora vero. Un piccolo trucco: aprite un po' lo sportello e lasciateli raffreddare, altrimenti si potrebbero sgonfiare facilmente.

Si possono decorare con zucchero e riempire con crema quando sono ormai freddi, per non parlare della glassa, ma lì ci sarà tutta un'altra storia :-), oppure si possono riempire con qualche cremina al Philadelphia o altro salato... quindi sono adatti anche ad un aperitivo.

La foto in realtà è stata un'esperienza molto sofferta, perchè dopo averli fatti tre volte, mi sono detta ora li rifaccio e li fotografo... non l'avessi mai detto, in casa avevo solo farina per torte con lievito... quindi inspiegabilmente sono rimasti sgonfi, duri e in cottura facevano delle strane bollicine, ho provato e riprovato, innervosita davanti al vetro del forno. Finalmente ho intuito cosa avevo sbagliato, ed erano ben due cose: il tipo di farina, che avrebbe dovuto essere normale, e avevo provato a ridurre le uova a uno solo, ma come dice mia suocera, le uova fanno gonfiare... che fatica!

Bon appétit da Ele l'aspirante franscesina :-)

mercoledì 4 maggio 2011

Pancake a volontà

Cosa c'è di più piacevole di cominciare la giornata con una ricca e colorata colazione... ultimamente coinvolgo tutta la famiglia nei preparativi e la degustazione di una semplice e veloce colazione italo americana: pancake, burro e marmellata anzichè il tradizionale sciroppo di acero. Ho studiato e modificato la ricetta iniziale sostituendo il lievito istantaneo con il cremor tartaro e il bicarbonato, esperimento riuscito! Sono riuscita ad eliminare quel fastidioso gusto di lievito e non perdere l'effetto morbidoso dei pancake.
Mettere in una ciotola 150 gr di farina, un pizzico di sale,un cucchiaino di zucchero, un po' di scorza di limone, mezza bustina di cremor tartaro (da NaturaSì si trova... con il lievito tradizionale ha un sapore acido) e un cucchiaino di bicarbonato, un uovo, versare 250 ml di latte, una noce di burro sciolta, sbattere il tutto con una frusta sino ad ottenere un composto omogeneo. Un altro segreto che ho introdotto sempre per eliminare il sapore di lievito è mettere qualche goccia di succo di limone nell'impasto. Ho provato anche una versione della ricetta che consigliava di montare l'albume a neve e aggiungere un po' di bicarbonato, il risultato potete vederlo direttamente nelle foto del post. L'importante è trovare la giusta consistenza dell'impasto, che deve essere cremoso, ma non troppo denso. Potete fare la dose del vostro pancake come preferite con un mestolo o come hanno insegnato a me con una tazzina, la dimensione la puoi scegliere a piacere. Far scaldare una padella antiaderente e versare il composto desiderato e aspettare qualche minuto, quando compariranno tante bollicine sul vostro pancake è ora di girarlo, et voilà è pronto da gustare. Anche i bimbi possono essere coinvolti nella preparazione è davvero divertente, veloce e poco laboriosa.

Trovo che sia una ricetta eccezionale perchè puoi servirli in tanti modi; ad esempio con il salmone per un brunch, oppure di dimensioni più ridotte per accompagnare uno sfizioso aperitivo, ma direi sempre abbinati a qualcosa di cremoso. Assomigliano molto ai russi blinis... quindi perfetti con salmone, o caviale, e panna acida...

Have a nice breakfast!
From ele italo american and russian :-)

martedì 15 marzo 2011

Un delizioso pie di mele

Ed ecco cosa ho fatto delle mele Gala avanzate dalla produzione della gelatina...
Ho pensato e ripensato, sino a quando Sigrid Verbert mi ha ispirata con i suoi mince pies... pag. 56, dal suo ultimo libro 'regali golosi', delle crostatine deliziose fatte proprio con le mele cotte!
Mi ricordavano un po' la ricetta della mia bisnonna, con le sole differenze della pasta brisée e della cannella...
L'ho personalizzata un po', ho preso il mio piccolo wok lilla della Bendez, che cuoce che è una delizia, e ho messo tutto il kilo e mezzo di mele cotte.
Ho aggiunto due cucchiaini di cannella, 100 gr di zucchero di canna, 60 gr circa di uvetta e gherigli di noci o, volendo, dei pinoli, a piacere; ho fatto cuocere il tutto insieme, sino quando ha cominciato a sprigionare un delizioso e avvolgente profumo di dolce invernale. Irresistibile!
Per la pasta ho preso 180 gr di farina, 110 gr di burro freddo, 20 gr di zucchero, 30 ml di acqua ed un pizzico di sale, ho impastato il tutto sino a farlo diventare una palla liscia e morbida, l'ho fatta riposare mezz'ora in frigo avvolta nella pellicola e poi l'ho stesa con uno spessore di qualche millimetro.
Ho messo il composto tiepido a piramide sulla pasta buccherellata con una forchetta, ho decorato la torta con la pasta rimanente, facendo delle striscioline e disponendole a griglia. Forno a 180° per 20 minuti, sino a doratura della pasta.

Che orgoglio: sembrava proprio un pie della Nonna Papera!
Ero talmente entusiasta che l'avrei messo sul davanzale a raffreddare... poi mi sono limitata al mio piano cottura e, inaspettatamente, è stata divorata alla velocità della luce, ecco la riprova...

Unico cambiamento che apporterei al mio esperimento: toglierei la buccia alle mele!
Buona notte da Ele che vi augura una settimana a tutta mela!

martedì 1 marzo 2011

Irresistibile gelatina di mele

Mele, mele e ancora mele!
Adoro la gelatina di mele, e prova e riprova, prendi uno spunto qua e uno spunto là, alla fine ci sono riuscita. Determinante è stata la gelatina di Sabrine che mi ha risvegliato questo desiderio, ancora da realizzare pienamente.
Rigorosamente mele bio, con buccia, lavate e tagliate in quarti, con tutto picciolo e torsolo, 1,5 kg, acqua sino quasi a ricoprirle, farle cuocere per 40 minuti sino a quando sono morbide, ma non sfatte.
E finalmente ho utilizzato il mio ultimo acquisto le chinois :-) versando all'interno le mele cotte le ho fatte scolare, senza schiacciarle.
Il succo ricavato l'ho riscaldato ancora per circa 10 minuti prima di pesarlo (800 gr di succo) e ho aggiunto il 30 % di zucchero, 240 gr, ho fatto nuovamente cuocere per 30 minuti, mescolando di tanto in tanto, quindi ho versato il composto liquido nei vasetti sterilizzati. Che tristezza, pensavo che come al solito fosse rimasto liquido, invece piano piano raffreddandosi si è addensato, che gioia!
Per la colazione avremmo avuto una magnifica gelatina di mele appena fatta.
A quel punto sono rimasta con un grande question mark sulla mia testa: che ne faccio di un chilo e mezzo di mele cotte???
Sapevo che a casa solo la mia 'dolce' metà le avrebbe mangiate, magari brontolando un po'. Ho pensato come posso truccarle? E mi è venuta in mente la vecchia torta della mia bisnonna detta 'Palla', ma questa è un'altra storia... era l'unico dolce che faceva, nella mia zona d'origine in Liguria, non c'è una grande tradizione di dolci, si usava semplicemente la pasta della torta verde della nonna Ida e si mettevano le mele come ripieno, praticamente era un apple pie, ma per me allora non aveva il fascino delle torte di nonna Papera... che immaginavo di un gusto spettacolare. Ma ancora non mi convinceva sino in fondo come soluzione, e allora sfoglia qua, sfoglia là, ho trovato il giusto compromesso, ma ve lo racconto la prossima volta :-)

Buona notte da the apple ele

venerdì 4 febbraio 2011

Apfelstrudel aus Tirol: lo strudel di mele

Ho delle bellissime mele che mi arrivano dall'Alto Adige nella mia cassetta di frutta e verdura bio, quale migliore fine di un delizioso Strudel :-P Mettendomi alla ricerca di particolarità, ho scoperto tante cose interessanti.
L'Apfelstrudel... famosissimo dolce austriaco, deriva dal dolce turco: il Baklava, l'ho scoperto solo pochi anni fa, ma mi ha lasciato il segno, è un cult, almeno una volta nella vita bisogna assaggiarlo, fa parte della cultura del mondo. E' un dolce friabile, con pasta sfoglia o fillo, ricco di pistacchi, noci e altre cose a me sconosciute, ma deliziosamente dolce...
Invece, per fare uno strudel eccezionale, bisogna possedere alcuni segreti che voglio condividere con voi:
Una pasta senza grassi
170 gr. farina, 50 ml acqua tiepida, 1 uovo, un cucchiaio di aceto bianco e un pizzico di sale
Lavorare bene l'impasto sino ad ottenere una palla morbida, lasciare riposare da un'ora in sù, su un piano infarinato coperta da una scodella calda, oppure avvolta nella pellicola...
stendere a forma di rettangolo sino a farla diventare sottile come un foglio di giornale, deve essere quasi trasparente, ma attenzione a non romperla! Io l'ho rotta... ma era ottimo lo stesso.
Il ripieno ben amalgamato
4 mele acidule, 100 gr. zucchero di canna, 50 gr. uvetta, 50 gr. pinoli, 2 cucchiaini di cannella, 60 gr. pan grattato e 30 gr. burro.
Potete evitare l'aggiunta della marmellata, preparando, a seconda dei gusti, il ripieno con un certo anticipo, magari anche il giorno prima, tagliate a tocchetti le mele, unite lo zucchero di canna, a parte ammorbidite l'uvetta in acqua o acqua e rum a seconda dei gusti, i pinoli e la cannella.Quando siete pronti prendete una parte del ripieno schiacciate le mele e aggiungete lo zucchero, e mescolate, deve diventare una sorta di cremina da tenere per completare il vostro 'vortice'.
Far dorare piano piano il pan grattato in una padella con il burro. Spennellare la sfoglia con un velo di burro, stendere il pan grattato, mettere il ripieno di mele e le altre delizie, ultima la salsina. Aiuto ho l'acquolina! Arrotolare, attenzione alla vostra lingua :-) Aiutatevi con un canovaccio infarinato o con la carta forno su cui avrete appoggiato la pasta. Attenzione a non fare un mostro enorme non deve superare i 45 cm di diametro. Far cuocere per circa 40 minuti in forno a 180°, sino a doratura.
L'ideale è servirlo tiepido spolverato con zucchero a velo, con una crema leggera o un gelato alla crema.
Datemi la vostra versione dello Strudel o qualche segreto che avete scovato... anche piccolissimo, ne sarò onorata e sarà un tesoro da condividere.

Buona notte da frau Ele :-)

mercoledì 26 gennaio 2011

Il plum cake del pasticcere della Eli...

Ora vorrei parlarvi della mia amica Eli, anche lei cuoca d'eccezione, e il suo plum cake, o meglio come dice lei: il plum cake del mio pasticcere... che ora ha chiuso la sua pasticceria :-)
Ebbene sì, è riuscita con il suo sorriso e suoi occhi da cerbiatta innocente a carpire una vera ricetta ad un pasticcere!
250 farina
250 zucchero
250 burro
250 uvetta
4 uova - correzione Eli 5 uova :-)
una bustina di lievito
una bustina di vanillina

Ricetta da pasticcere... quindi dose massiccia, per ben DUE plum cake.
Unica pecca di questo dolce è che burrosissimo, e per questo va condiviso, è un dolce da gustare in compagnia, è l'unico modo per gustarlo con leggerezza e gioia estrema. Vi consiglio di NON DICHIARARE quanto burro contiene, MAI! Neanche sotto tortura! :-)
Una delizia per il palato, ma soprattutto una base infallibile per tantissime varianti.
Ho una fissazione: la ricerca delle ricette perfette. Quelle che non puoi fallire, le segui e il risultato è garantito.
Ho poco tempo per sperimentare, e spesso si trovano ricette interessanti che poi quando ti metti all'opera ti rendi conto che ti manca qualcosa, qualche indicazione chiave, e il risultato, a volte, è quasi deludente.

Ecco questa ricetta per me rientra tra le ricette perfette, che non puoi sbagliare. Sbatti le uova con lo zucchero, aggiungi il burro morbido, la farina, il lievito e l'uvetta, magari ammorbidita in acqua, et voilà la merveille...
Ho fatto una variante interessante, un giorno mentre facevo la gelatina di mirtilli, sempre con il mio animo ligure che riaffiora, non volevo buttare le bucce dei mirtilli...
ho avuto un'intuizione, le ho aggiunnte all'impasto che stavo preparando, al posto dell'uvetta, ero dubbiosa e mi chiedevo chissà che ne verrà fuori...
Invece è rimasta una delizia, portata da amici per una merenda dei bambini impegnati in un'intensa caccia al tesoro, è stato un successone, l'hanno divorata con occhi stupiti.
La stessa variante la si può fare con l'arancia, il limone, i lamponi... e chissà che altro ancora. Beh chiaramente il cioccolato, ma non la farei con le gocciole industriali, piuttosto con pezzetti di cioccolato di qualità, tagliati grossolanamente che si possono ritrovare a sorpresa nella propria fetta, come delle pepite...
La mia variante questa volta è stata all'arancia:
300 farina
250 zucchero
250 burro
250 uvetta
4 uova
una bustina di lievito
1 arancia (sia il succo che la buccia)
decorare con arancia candita vedi ricetta e, volendo zucchero a velo
Cuocere sino a quando non è dorato, forno a 180° C per circa 40 mn, con il mio devo stare un po' più contenuta altrimenti brucio tutto, quindi 150° C per 40 mn :-O

Buona notte da ele la golosona

mercoledì 12 gennaio 2011

Pollo alla Sabrina... slurp!

Quando sono a corto d'idee, ecco che le mie bimbe spesso mi vengono incontro con una richiesta: ci fai il pollo alla Sabrina?
E' una ricettina semplice semplice, che fa la felicità di grandi e piccini!
L'abbiamo battezzata pollo alla Sabrina. Come si può intuire è una gustosissima ricetta 'rubata' alla mia amica Sabrina, che cucina sempre delle cose buonissime, con una naturalezza che fa sembrare tutto facilissimo, e quando me le racconta mi viene l'acquolina... perchè solo ad ascoltarla ne sento già il profumo e il gusto.

1 Petto di pollo tagliato a dadini
farina qb
aromi a piacere: rosmarino o salvia o altro
olio qb
sale qb

Farsi tagliare, o se non trovate nessuna anima pia, tagliatevi il pollo a tocchetti di circa 2/3 cm e passarli nella farina, mettere a rosolare in olio caldo con gli aromi preferiti, girarli spesso e volentieri in modo che diventino belli dorati, et voilà avrete una magnifica dadolata di pollo dorato. Da accompagnare a patate al forno, o fritte, per i grandi con una bella insalata.
Se volete potete fare una versione con del vino bianco o del limone, dipende dai gusti di casa vostra.
Un consiglio, il pollo alla Sabrina va servito caldo non lo fate con troppo anticipo, deve essere croccante... scrunch scrunch slurp :-P

La foto è un po' scadente, in realtà era più dorato :-(
ele amante dei talenti