domenica 12 dicembre 2010

Una tranquilla... festa di compleanno

Prendo coraggio e via, tutto di un fiato organizzo una bella festicciola con un po' di bambini per il compleanno della mia bimba più piccola... alla fine sono stanca, ma soddisfatta del risultato.
Ho fatto un po' di esperimenti abbiamo iniziato con qualche giochino di gruppo e poi una bella preparazione della PIZZA, avevo preparato l'impasto e ognuno si è lavorato la propria pizza e ha scelto gli ingredienti preferiti per gustarla, devo dire che facevano la lotta per prepararla :-), impastavano con le loro manine seguendo le mie indicazioni, ora una palla, poi un disco piatto sempre più largo, persino un cuore... e via con la decorazione!Poi, in attesa della cottura e dei turni, hanno giocato, disegnato un po' e impastato con gioia il Das facendo tante forme che si sono portati trionfalmente a casa da dipingere.
Avrei voluto fare la stessa cosa con i biscotti, magari con la glassa colorata come decorazione, ma il tempo è stato tiranno ed erano troppo intenti a lavorare il Das per fargli fare un altro lavoro, ed io, onestamente, cominciavo a perdere colpi...
Ho preparato dei panini dolci molto gustosi che abbiamo farcito con la Nutella e la marmellata di more e la ormai tradizionale torta di compleanno: la Camillona, ne vanno matti, oserei dire, quasi tutti!

Panini con dolci con poolish: per utilizzare meno lievito e per non sentirne il gusto.
Preparazione poolish: 150 ml di latte, 150 gr di farina e lievito istantaneo in polvere 1 cucchiaino o 5 gr di lievito di birra lavorare il tutto e lasciare lievitare coperto per diverse ore se l'ambiente fosse freddo anche per 12 ore. L'impasto lievitarà e farà delle bolle, allora sarà pronto.
Prendere l'impasto lievitato e mescolarlo alla farina, due uova sbattute, un cucchiaio di acqua di fiori d'arancio, un cucchiaino di lievito istantaneo in polvere, una bustina di zucchero vanigliato, 40/50 gr di zucchero, un cucchiaino di sale e un cucchiaino di succo di limone, impastare il tutto e fare delle palline metterle su una teglia, coprirle con un tovagliolo pulito e lasciarle lievitare, occhio alla distanza. Quando saranno un po' gonfie spalmarle delicametamente con un bianco d'uovo leggermente sbattuto, gli darà il classico lucido dei panini al latte.

Camillona:
3 carote, 120 gr di mandorle in polvere, 150 gr di zucchero, 3 uova, 250/300 gr di zucchero e una bustina di lievito per dolci.
Nell'ordine tritare finemente le carote, unire le mandorle polverizzate, lo zucchero, volendo anche a velo, le uova, la farina e il lievito. Si può fare anche una versione con il bianco montato a neve... mettere in forno a 170 gradi sino a doratura. Lasciare raffreddare e spolverare con zucchero a velo, decorare a piacere con zuccherini colorati per esempio o panna e smarties sopra, mmm slurp a me piacerebbe, ma alle mie bimbe non tanto... quindi zucchero a velo semplice semplice :-( ma il risultato è una tortina sana e dal gusto delicato.

Esperimento riuscito, da ripetere e soprattutto da provare anche la preparazione dei biscotti.

Un saluto da ele, una mamma stanca ma molto soddisfatta :-)

sabato 4 dicembre 2010

La torta verde della nonna Ida...

...brrr che freddo, rieccomi finalmente, vi voglio raccontare uno dei miei ultimi esperimenti. Ultime zucchine dalla Liguria, dalla Valle Argentina: trombette, buccia verde chiaro di forma allungata con un simpantico rigonfiamento al fondo, mi è venuta voglia di cimentarmi nella preparazione della mitica torta verde della mia nonna.
Non mi sono mai avventurata, sono quasi trepidante, riuscirò a trovare il gusto e il profumo della mia infanzia? E' una vera sfida.

Ripieno:
500 gr zucchine, o bietole (erbette), o zucca o un mix a piacere)
80 gr di riso
3 uova
1 cipolla
parmigiano grattuggiato qb
100 ml latte
olio extra vergine d'oliva
un pizzico di maggiorana
sale
Impasto:
300 gr farina
acqua qb
1 uovo
un po' d'olio
un pizzico di sale
Prendo le zucchine, le lavo, le asciugo e le frullo nel mio bimby, non le frullo troppo devono rimanere a pezzi di circa mezzo centimetro: non devo ridurle in poltiglia.
Potrei usare anche altre verdure, anche miste, ora andrebbe bene la zucca.
Trito la cipolla e la faccio appassire in olio d'oliva, extra vergine ovviamente, con appena un po' di sale; mia nonna diceva che in questo modo la cipolla sarebbe stata più profumata.
Preparo il riso, lo metto a cuocere nel latte, spengo a metà cottura (non mi piace il riso troppo molle... :-D) e lascio raffreddare. Mescolo tutto: le zucchine, o le verdure che ho trovato, le uova con la cipolla fredda o tiepida, il riso e latte, il parmigiano, aggiusto di sale, volendo un po' di maggiorana (aroma tipico ligure), lascio riposare al fresco e preparo la pasta.
Prendo la farina unisco l'uovo, l'olio e il sale e impasto. Stendo la pasta abbastanza sottile, come preferisco: a mano, e faccio due parti, o con l'aiuto della nonna papera e la faccio a strisce lievemente sovrapposte.
Metto la carta forno bagnata e strizzata nella teglia o metto dell'olio d'oliva, appoggio la pasta
lasciando un bel bordo fuori della teglia, metto il ripieno, controllo che non sia troppo liquido e butto quello in eccesso. Prendo la seconda parte della pasta, l'appoggio sopra e chiudo i lembi, facendo un bel bordo. Bucherello la pasta della torta con una forchetta, senza distruggerla.
Ora è pronta da infornare, 30 minuti a 180° fino a doratura della pasta. Ottimo anche come finger food tiepido o freddo tagliata a quadrotti. Esperimento riuscito: aveva proprio il profumo della mia infanzia :-)

Un grazie alla mia cara nonna Ida da ele una nipotina devota

mercoledì 14 luglio 2010

Un argomento diverso ma che mi sta molto a cuore: il cinema...

In questi ultimi anni ho riscoperto il piacere di perdermi in un bel film. Ho moltissimo da vedere, da recuperare.

Devo ammettere che essendo una romanticona ho sempre evitato i film un po' forti, perdendomi molto. Per rimediare a questa mia propensione ho deciso d'iscrivermi ad un Cineforum: così sono costretta a vedere ben 33 film per anno e, soprattutto, di tutti i generi...

Oggi vi voglio raccontare di un film che mi ha affascinato moltissimo: Vicky Cristina Barcelona, apparentemente un film senza grandi pretese ma, sarà per la passione che trasuda, sarà per la musica, mi ha conquistata. Ho scoperto un Woody Allen sorprendente e sensuale, sottilmente critico verso la società americana pur non ambientando la storia nella sua classica New York.



Bello il contrasto tra le due culture, i valori, il modo di vivere i rapporti umani. Molto efficaci ed ispirati gli attori. Un intrigante e passionale Javier Bardem nel ruolo di Juan Antonio; incredibile, non potevo credere che fosse lo stesso protagonista di "Non è un paese per vecchi"... un'autentica metamorfosi. Maria Elena, una Penolope Cruz da Oscar, vulcanica e geniale. Le due americane interpretate da Scarlett Johansson e Rebecca Hall. Scarlett, musa storica di Allen, che interpreta la confusa e trasgressiva Cristina, "... che non sapeva quello che voleva ma sapeva quello che non voleva", e finisce per rientrare nel suo cliché di americana insoddisfatta che torna alla sua instabile normalità, sicura "solo di quello che non voleva". Rebecca Hall, Vicky, rappresenta l'americana perbenista che non è felice del suo futuro ma, considerandolo un approdo sicuro, pecca, si smarrisce, ma alla fine vi fa ritorno, per non rischiare di perdere una facciata di rispettabilità.
Mi piace tantissimo la voce del narratore che commenta il carattere dei personaggi, i loro dubbi e le loro debolezze, diventando parte integrante della storia.
La musica ha avuto un ruolo determinante nel fascino di questo film: stupenda, da Barcelona di Giulia Y los Tellarini a When I Was A Boy - Biel Ballester Trio, Graci Pedro, Leo Hipaucha, a Entre Dos Aguas di Paco De Lucia.



Una curiosità: Giulia Y los Tellarini erano degli sconosciuti che cantavano in strada. Appena saputo che durante le riprese del film il regista alloggiava all'Hotel Arts Barcellona, gli audaci musicisti gli hanno lasciato alla reception un demo delle loro canzoni accompagnato da un post-it che recitava “You may like it”.
Fortuna, caso, o destino, volle che Allen tra gli innumerevoli cd ricevuti scegliesse proprio il loro,
ascoltandolo in auto e scegliendo due pezzi da inserire nella colonna sonora.
Si tratta di La Ley Del Retiro e Barcelona, quest’ultima ritenuta dallo stesso regista “un brano perfetto, una delle migliori cose del film”, nonostante il testo ambiguo della canzone: di certo non un inno d'amore incondizionato per la città spagnola che ha “un calor que me deja Fría por dentro Con este vicio De vivir mintiendo”, esprimendo così delle emozioni contrastanti per chi come loro vi risiede e la trova, come ammette la stessa cantante, anche cara e poco generosa.
«E' un testo ambiguo» dice Giulia, cantante di origine trevigiana che con Barcellona ha un rapporto di odio e amore, «come col resto del mondo, forse...».

Il film in definitiva esprime perfettamente questi sentimenti di odio e amore, e la distanza tra culture diverse, tra persone, che si attraggono ma si respingono al tempo stesso.
Un solo neo: avrei voluto vedere di più la città, la Spagna.

Non ho parole! In questo momento provo uno shock da destino, io lontana anni luce dalla cronaca mondana, scopro poco prima di pubblicare il post che PROPRIO in questi giorni Penelope Cruz e Javier Bardem... si sono sposati.

Vorrà dire qualcosa questa coincidenza? Sicuramente che posso continuare a vedere i miei film romantici... e devo firmare questo post come ele la inguaribile romanticona... ;-)

martedì 18 maggio 2010

Adorabile marmellata!

Che c'è di più buono la mattina a colazione di un bel pane burro e marmellata, magari entrambi fatti in casa. Un gustosissimo, peccaminoso, dolce velo di frutta.
Ricercando il gusto vero nella frutta di stagione, mi guida un guru indiscusso del settore: Christine Ferber, definita la fée des confitures. Da quando ho scoperto il suo libro Mes Confitures, mi si è aperto un mondo. Ricette di tutti i tipi, suddivise per stagioni, abbinamenti azzardati ma sempre accattivanti.
Per ora mi sono cimentata in ricette tranquille, senza abbinamenti strani.
Trovo che siano idee per regali gustosi, da confezionare in giornate casalinghe, idee da realizzare velocemente. Adoro ricevere e donare qualcosa fatto a mano con una nota creativa.
Quest'anno ho cominciato con un'autunnale uva fragola della Manta di Saluzzo, una gelatina di mele dell'Alto Adige, delle profumatissime clementine di Castellaro in Liguria, arance di Sicilia e, per finire, limoni della Liguria.

Il trucco è nella qualità della frutta e nel metodo di cottura: breve e ripetuta su due o tre giornate, intervellate da un riposo. Il tutto senza additivi, quindi anche senza pectina, se posso evito qualsiasi ingrediente chimico, ma anche in questo caso c'è un altro trucco... le mele, in molte ricette è previsto il succo della mela cotta o talvolta la gelatina stessa. Può sembrare un metodo pazzesco ma vi assicuro che ne vale la pena: la frutta ha il gusto della frutta.
Nel dettaglio: si lava la frutta, se necessario la taglio a pezzetti, metto a cuocere con lo zucchero, non appena va in ebollizione spengo e metto il tutto a riposare per una notte al fresco, coperto con la carta... sulfurisée. Sulfurisée!... Sono diventata matta, non capivo cosa fosse, poi ho affrontato il problema, ho fatto un po' di domande qua e là, persino in qualche negozio di utensili in Francia, et voilà, ecco la risposta: si trattava di una banalissima carta forno!
E funziona! Non fa passare l'aria che rovinerebbe la frutta cotta.
Se desiderate sperimentare una corrente di pensiero meno macchinosa, ma di garanzia del sapore, seguite i suggerimenti di Giuliano Cingoli che con il suo metodo delle cotture separate, e brevi, ci ha mostrato, nella lezione Pancakes e marmellate come realizzare diverse marmellate in poche ore, la più lunga è stata quella di arance, tutte da conservare ben chiuse in frigorifero ma assolutamente fragranti.
Il punto è che normalmente le marmellate cuociono a lungo e si perde un po' il gusto e il colore della frutta, con questi metodi il sapore è garantito.
Un esempio:
Marmellata, o meglio gelatina di uva fragola, cannella e gherigli di noci.
1 kg di uva lavata e privata del raspo, 800 gr di zucchero, un cucchiaino di cannella e dei gherigli di noci. Ho fatto cuocere l'uva con lo zucchero a fuoco vivo per qualche minuto, appena si è spappolata ho spento e ho fatto colare il succo da un colino per eliminare le bucce, aiutandomi anche con un cucchiaio ho fatto colare tutto il succo possibile. Ho coperto il composto, e il giorno Ho l'ho riportato a ebollizione, ho aggiunto la cannella, l'ho fatto nuovamente riposare coperto al fresco. Il giorno successivo l'ho riportato a ebollizione e ho invasato in piccoli contenitori di vetro, inserendo su consiglio di una voce amica che mi ha raccontato un trucco della nonna, dei gherigli di noci a pezzetti.
Il risultato è stato strepitoso, un po' dolce forse ma, come dice la golosa Marcella, "un velo di marmellata su pane e burro, anche se dolce, è perfetto!"

Slurp e buon lavoro da ele (la golosona)

domenica 18 aprile 2010

Un dolce affascinante... la Madeleine...


Proust un tempo riscopriva i dolcetti della sua infanzia che gli ispiravano la sua grande opera "Alla ricerca del tempo perduto".
Io oggi... alla ricerca di me stessa... stregata da questi dolci corti, paffuti e sensuali con una base a forma di conchiglia ed "il gusto che risveglia antichi ricordi e un piacere lontano. Di colpo rende indifferenti alle vicissitudini della vita, inoffensivi i suoi disastri, illusoria la sua brevità, allo stesso modo in cui agisce l'amore...", mentre li cucino e li assaggio, come lui, cesso di sentirmi mediocre, contigente e mortale. Da dove viene questa sensazione?
Per me da quel gusto particolare di mandorla, di fiori d'arancio o del famoso tiglio di Proust. Non saprei, lo sto ancora cercando.
Mentre i miei esperimenti continuano, continua la ricerca della ricetta perfetta. Il mio primo grande successo, mentre fissavo trepidante i miei dolcetti in cottura nel forno, è stato veder salire le misteriose gobbette; una piccola certezza, un segreto rubato qua e là sulla rete... ma personalizzato facendo diverse prove che vi racconterò. Ho provato, confrontato e riconfrontato, sino a quando mi sono avvicinata alla "vraie madeleine", sentendomi così libera da ogni accadimento terreno, soddisfatta e in estasi per questo piccolo passo alla ricerca di me stessa.

Ecco alcune ricette selezionate,
gusto delicato:
150g farina
150g burro
150g zucchero
qualche goccia di fiori di arancio
2 uova
1 pizzico di sale
mezza bustina di lievito per dolci

oppure, gusto fruttato:
2 uova grosse
150g farina
150g zucchero
125g burro
la buccia di un limone o una bustina di vaniglia
1 cucchiaino e mezzo di lievito per dolci

o ancora, gusto mandorlato:
180g farina
150g zucchero
150g burro
50g di mandorle in polvere
4 uova
1 cucchiaio di miele mille fiori o lavanda
1 cucchiaino e mezzo di lievito per dolci
1 pizzico di sale
e vorrei provare anche con qualche estratto di mandorle

Splendide foto della mia provvidenziale sorella.
Per tutte le versioni sbattere bene le uova con lo zucchero, il sale e le gocce di fiori d'arancio (o vaniglia, miele o buccia di limone) sino ad avere un composto cremoso; incorporare il burro fuso raffreddato, la farina e il lievito (e le mandorle in polvere). Lavorare il tutto sino ad ottenere un impasto omogeneo. Ed ecco il segreto della gobbetta: coprire il contenitore con una pellicola e lasciarlo in frigo per qualche ora o, come da mio esperimento, anche una decina di minuti in congelatore. Durante la preparazione per la cottura, non bisogna lasciarlo troppo tempo a temperatura ambiente, rimetterlo in frigo, o meglio in freezer.
Mettere il composto nello stampo con le formine da madeleine (io li ho di silicone sono ottimi), non troppo piene, altrimenti debordano, diciamo a 3/4. Far cuocere per circa 15 minuti. A 220° i primi 5 minuti, poi abbassare a 180°; se il forno tende ad essere più caldo del normale, cuocere a 180° poi a 150°. Saranno pronte quando i bordini delle barchette saranno lievemente dorati.
Da gustare con un buon tè o una tisana al tiglio, con un piccolo pensiero a Proust e alla nostra infanzia.
A presto da ele nostalgica

sabato 27 febbraio 2010

Corsi e ri...corsi!

Nonostante io non abbia molto tempo libero a disposizione e mi sia sentita in passato piuttosto negata in cucina, avendo delle amiche appassionate della buona tavola, mi sono inaspettatamente ritrovata in un entusiasmante percorso d'iniziazione alla buona cucina. In effetti ero piuttosto stanca di cimentarmi nella semplice esecuzione di una ricetta con mille dubbi e perplessità, così mi sono buttata a capofitto in un'appagante ricerca su tutto ciò che riguarda l'arte culinaria: film con un certo charme sul tema, cuochi, libri e, last but not least... corsi!
La Cucina Italiana, Teatro7, Sale & Pepe, Il cucchiaio di legno ed altri ancora, sono tutti validissimi, ma forse un po' cari e qualcuno troppo didattico, non erano comunque quello che cercavo.
Alla fine grazie a eli ho scoperto il Laboratorio Cingoli, un nome curioso... per una scoperta entusiasmante! Corsi di showcooking, assolutamente convenienti e informali. In due location: una in centro e l'altra all'interno dell'ex fabbrica Richard Ginori di Milano Ortica. I corsi sono un po' affollati, ma il clima è subito rilassante, coinvolgente e collaborativo, grazie alla bravura di Giuliano Cingoli, capace di catturare l'attenzione e divertire, insieme al suo braccio destro Riccardo (bravissimo fotografo di food), con piccole simpatiche gag.
Piccoli corsi a tema, di circa due ore, nei quali le persone partecipano attivamente alla preparazione dei piatti, in una sorta di gioioso e naturale team bulding, il tutto irrorato da un ottimo prosecco che scorre a volontà. Pensate che per ben due sere ho fato fatica a trovare l'acqua! I consigli di Giuliano sono tanto semplici quanto sconvolgenti; ad esempio, al corso "Verdure saltate: croccanti, sane e gustose", ho scoperto che le verdure per il ripieno di ravioli o tortelli possono anche non essere bollite, anzi è caldamente consigliato!
Un veloce salto in padella e sono subito pronte per essere frullate e inserite come ripieno nel preparato desiderato. La stessa cosa vale per i passati di verdura, le creme e, per deduzione, direi anche per le torte salate... La crema di Giuliano con zucchine e menta è quasi fosforescente. Posso testimoniare che non è necessario aggiungere niente oltre alla materia prima. Il colore e il sapore delle verdure vengono esaltati. Un'altra esperienza sconvolgente è stata assaggiare le tagliatelle al cacao saltate con pinoli e peperoncino... un sogno per il palato e per la vista!
I consigli seguono sui temi più disparati: taglio, lavaggio delle verdure, sale, coltelli, pentole, pulizia delle pentole, preparati base e molto altro ancora. Una vera fucina d'informazioni, suggerimenti e d'idee che ti liberano la fantasia.
Assolutamente vincente l'idea di frequentare dei corsi di questo tipo: finalmente sono più libera nella mia creazione di piatti.

Buona notte da ele, un'alunna convinta!

mercoledì 17 febbraio 2010

La misteriosa macchina del pane

Dopo anni che ne sentivo parlare, ci sono cascata anch'io: ho acquistato la macchina del pane, beh... a dire il vero, l'ho presa con i punti... una soddisfazione! Non penso che sia fondamentale una marca piuttosto che un'altra, l'importante è averla!
Quando finalmente è arrivata, mi ha dato una gioia indescrivibile. Ero felice come una bimba la mattina di Natale. L'ho spacchettata con tutte le cure, ero veramente tesa, ho cominciato ad usare questo oggetto misterioso in modo molto cauto: con dei composti pronti, che stranamente avevo in casa. Non mi è molto chiaro perchè li avessi comprati già la scorsa estate, forse era il mio subconscio che già aveva deciso!
In effetti da anni a casa nostra per il fine settimana abbiamo il rito del pane in cassetta fresco, preferibilmente bio, da spalmare peccaminosamente con burro e marmellata.
Quindi, mi sono convinta che si trattava solo di provare. I primi risultati sono stati splendidi, con i preparati, poi quando mi sono avventurata con prove a mano libera :-), ho avuto qualche guaio con la lievitazione, qualche inspiegabile crosta dura e altre sventure... sino a quando mi sono ricordata di una vecchia ricetta che mi aveva fatto fare un ghiotto treccione e dei
deliziosi panini al latte. Ed ecco un magnifico Pain Brioche: tra l'altro enorme, con una pasta che è un incrocio tra quella del pandoro, del pain brioche e del panettone... provate e ditemi la vostra, sono proprio curiosa. In realtà voglio fare ancora qualche esperimento su questa ricetta, ma già merita di entrare nelle ricette indimenticabili. Importante: ho scoperto che per la macchina del pane è più che sufficiente usare metà dose di lievito: 500 gr di farina = 1/2 cubetto di lievito!

Vi presento il mio simpatico mostro:


La ricetta


Ingredienti: 500 gr di farina 00, 250 gr. di latte, 100 gr. di zucchero, 70 gr. di olio EVO, 3 tuorli, 1/2 cubetto di lievito di birra e 1/2 cucchiaino di sale fino.


Sono ancora molto cauta... quindi versare in un contenitore il latte appena tiepido, lo zucchero, l'olio e il lievito, mescolare velocemente, unire infine i tuorli, la farina e il sale, mettere il tutto nel cestello della macchina ed impostare il programma pane bianco, doratura media, 750 gr, il mio programma ha una durata di quasi 3h e mezza.

Con orgoglio, ele la irriducibile golosastra

venerdì 5 febbraio 2010

Della serie: non si butta via niente!

Settimanalmente ricevo una bella cassetta di frutta bio, frutta con un gusto vero!
Ogni volta che sbuccio un'arancia penso che sia proprio un peccato buttarne le bucce. Sarà la mia anima ligure che riaffiora sempre...
Così mi ritrovo a cercare una ricetta per candirne le bucce. Io che odio i canditi, e che ogni anno a Natale, mangiando il panettone, faccio dei mucchietti che abbandono regolarmente sul tavolo a qualche altra boccuccia golosa. Mah!
Cerca, cerca... ho trovato la ricetta su un blog che mi piace moltissimo, sia per le ricette che per i riferimenti culturali di cucina; ci sono un'infinità di bellissime foto, di idee e di suggerimenti di libri di cucina da comprare. Più lo scopro e più mi piace. Questo blog è il Cavoletto di Bruxelles di Sigrid Verbert.

Ma tornando ai canditi... meraviglia delle meraviglie: mi ritrovo a frugare ogni giorno nella scatola dei canditi per assaggiarli e riassaggiarli. Incredibile, ammetto di essere golosa, ma mai avrei pensato di poter impazzire per dei canditi!


Ecco il mio capolavoro :-) - foto by my sister Camilla




La ricetta:

  • tagliare la scorza, meglio a striscette, lasciando circa 2 mm di bianco; mettere le scorze in una pentola con abbondante acqua fredda e portare lentamente a ebollizione. Lasciar sobbollire per 5 minuti, far raffreddare le scorze nell’acqua di cottura, poi sgocciolarle e trasferirle in una pentola che le contenga comodamente nel fondo;

  • pesare dell’acqua e coprirne le scorze. Cuocere a fuoco basso fino a quando le scorze saranno morbide. Aggiungere tanto zucchero quanto era il peso dell’acqua, mescolare su fuoco basso finché si sarà sciolto lo zucchero e far bollire per un minuto. Togliere dal fuoco e lasciar riposare per 24 ore;

  • porre di nuovo sul fuoco, far sobbollire per 5 minuti e far riposare per altre 24 ore;

  • dopodiché, far bollire nuovamente per alcuni minuti, sgocciolare le scorzette e farle asciugare su una graticola per un paio di ore.

Slurp! Il prossimo passo mi sa che sarà pucciarle nel cioccolato fondente...

Con golosa soddisfazione, ele

sabato 30 gennaio 2010

Libro da comprare. Cookaround. La cucina degli italiani

Quando ho un po’ di tempo libero mi piace andare in libreria e regalarmi un libro. È un rito che amo. Devo ammettere che questa volta la scelta è stata ottima: Cookaround. La cucina degli italiani. http://www.castelvecchieditore.com/

Le foto di Mario Di Paolo mi hanno catturata immediatamente: pane, olio e origano che ti fa pensare di riuscire a sentirne il profumo, una polenta che riusciresti quasi ad assaggiare, ed ecco che ho di nuovo l’acquolina.
A casa mi cimento subito nei bellissimi gnocchi al gorgonzola, e siccome le radici non mentono, provo a fare anche i calamari con olive Taggiasche. Una bontà! Ricette riuscite! Come sapete non sempre la ricetta è sinonimo di successo.
Anche se i miei gnocchi erano meno belli, il gusto era delizioso con quella goccia di gorgonzola…mmm non ci posso pensare mi torna l'acquolina...
Un libro di cui non ho sentito parlare, ma che voglio recensire come mia prima esperienza virtuale. Bella l’impostazione: si vive l’entusiasmo di questi autori che si sono ritratti anche durante i lavori di preparazione. Mi sono piaciuti anche i testi d’introduzione alle varie sezioni. Un incipit gradevole e interessante. Tutto questo mi ha incuriosito spingendomi a fare qualche ricerca sugli autori, ad uno ad uno ho cercato tracce dei cuochi: Alessandro Cunsolo, Corinna De Marino, Silvia Trenti, e Marco Colantuono e Luca Pappagallo, autori principali, ma di cui non ho scoperto molto, peccato. Mentre il portale da cui nascono le ricette: Cookaround, è stato un regalo inaspettato da curiosare con tantissime ricette da provare. Intanto il mio prossimo tentativo sarà sicuramente il Danubio napoletano, una morbida e deliziosa focaccia ripiena, meglio conosciuta come Danubiana… vi farò sapere!
Per ora ho contagiato tre care amiche, e una di loro, dopo poche ore dopo aveva già comprato il libro! Le altre lo faranno sicuramente a breve…
Ele – notte fonda, ora sono soddisfatta torno a dormire :-)

mercoledì 27 gennaio 2010

Alla scoperta di un mondo entusiasmante

ecco un angolo in cui possiamo mettere a fattor comune le nostre esperienze e stimolare nuove idee.
che bello!

martedì 26 gennaio 2010