mercoledì 14 luglio 2010

Un argomento diverso ma che mi sta molto a cuore: il cinema...

In questi ultimi anni ho riscoperto il piacere di perdermi in un bel film. Ho moltissimo da vedere, da recuperare.

Devo ammettere che essendo una romanticona ho sempre evitato i film un po' forti, perdendomi molto. Per rimediare a questa mia propensione ho deciso d'iscrivermi ad un Cineforum: così sono costretta a vedere ben 33 film per anno e, soprattutto, di tutti i generi...

Oggi vi voglio raccontare di un film che mi ha affascinato moltissimo: Vicky Cristina Barcelona, apparentemente un film senza grandi pretese ma, sarà per la passione che trasuda, sarà per la musica, mi ha conquistata. Ho scoperto un Woody Allen sorprendente e sensuale, sottilmente critico verso la società americana pur non ambientando la storia nella sua classica New York.



Bello il contrasto tra le due culture, i valori, il modo di vivere i rapporti umani. Molto efficaci ed ispirati gli attori. Un intrigante e passionale Javier Bardem nel ruolo di Juan Antonio; incredibile, non potevo credere che fosse lo stesso protagonista di "Non è un paese per vecchi"... un'autentica metamorfosi. Maria Elena, una Penolope Cruz da Oscar, vulcanica e geniale. Le due americane interpretate da Scarlett Johansson e Rebecca Hall. Scarlett, musa storica di Allen, che interpreta la confusa e trasgressiva Cristina, "... che non sapeva quello che voleva ma sapeva quello che non voleva", e finisce per rientrare nel suo cliché di americana insoddisfatta che torna alla sua instabile normalità, sicura "solo di quello che non voleva". Rebecca Hall, Vicky, rappresenta l'americana perbenista che non è felice del suo futuro ma, considerandolo un approdo sicuro, pecca, si smarrisce, ma alla fine vi fa ritorno, per non rischiare di perdere una facciata di rispettabilità.
Mi piace tantissimo la voce del narratore che commenta il carattere dei personaggi, i loro dubbi e le loro debolezze, diventando parte integrante della storia.
La musica ha avuto un ruolo determinante nel fascino di questo film: stupenda, da Barcelona di Giulia Y los Tellarini a When I Was A Boy - Biel Ballester Trio, Graci Pedro, Leo Hipaucha, a Entre Dos Aguas di Paco De Lucia.



Una curiosità: Giulia Y los Tellarini erano degli sconosciuti che cantavano in strada. Appena saputo che durante le riprese del film il regista alloggiava all'Hotel Arts Barcellona, gli audaci musicisti gli hanno lasciato alla reception un demo delle loro canzoni accompagnato da un post-it che recitava “You may like it”.
Fortuna, caso, o destino, volle che Allen tra gli innumerevoli cd ricevuti scegliesse proprio il loro,
ascoltandolo in auto e scegliendo due pezzi da inserire nella colonna sonora.
Si tratta di La Ley Del Retiro e Barcelona, quest’ultima ritenuta dallo stesso regista “un brano perfetto, una delle migliori cose del film”, nonostante il testo ambiguo della canzone: di certo non un inno d'amore incondizionato per la città spagnola che ha “un calor que me deja Fría por dentro Con este vicio De vivir mintiendo”, esprimendo così delle emozioni contrastanti per chi come loro vi risiede e la trova, come ammette la stessa cantante, anche cara e poco generosa.
«E' un testo ambiguo» dice Giulia, cantante di origine trevigiana che con Barcellona ha un rapporto di odio e amore, «come col resto del mondo, forse...».

Il film in definitiva esprime perfettamente questi sentimenti di odio e amore, e la distanza tra culture diverse, tra persone, che si attraggono ma si respingono al tempo stesso.
Un solo neo: avrei voluto vedere di più la città, la Spagna.

Non ho parole! In questo momento provo uno shock da destino, io lontana anni luce dalla cronaca mondana, scopro poco prima di pubblicare il post che PROPRIO in questi giorni Penelope Cruz e Javier Bardem... si sono sposati.

Vorrà dire qualcosa questa coincidenza? Sicuramente che posso continuare a vedere i miei film romantici... e devo firmare questo post come ele la inguaribile romanticona... ;-)